Famiglia Tirelli

La Storia della Famiglia Tirelli

La Famiglia Tirelli, vassalla nei secoli di svariate dinastie imperiali, ma principalmente legata da un forte vincolo di lealtà ai principi Farnese e alla Reale Casa di Aragona e ancora prima alla Corona Angioina, diffuse il proprio campo di azione in svariate regioni di Italia, ove ricevette feudi in Emilia Romagna, Lombardia, nel Veronese, in Campania e Friuli V.G., oltre che in Calabria.

Ai suoi discendenti l’Albo nobiliare riconosce il titolo di Patrizi, Marchesi di Guastalla e Conti di Casole Bruzio, sono sopravvissuti pochissimi discendenti, in particolare a Parma e Napoli.

Detta famiglia già nota nel XIV° secolo, fu insignita del Patriziato dalla Regina Giovanna II° d Angiò Durazzo. I suoi membri ricoprirono nel tempo molte cariche di prestigio. Secondo la tradizione i Tirelli (detti prima Casole) provengono dalla Britannia, fu un certo Tirello Casole che sotto i d’Angiò, abbandonando il cognome Casole, trasformò definitivamente il suo nome proprio, in Tirelli. In merito, ne fa menzione in uno dei suoi scritti, fra’ Gerolamo Sanbiasi nel 1364. Casole divenne l’appellativo del feudo, situato ove oggi sorge il comune di Casole Bruzio, nel Cosentino.

I Tirelli divennero ceppo ben consolidato anche in Friuli V.G, a partire dalla prima metà del 600, ove acquisirono feudi, a seguito della prestazioni di svariati servigi militari, quali mercenari, a favore delle dinastie mitteleuropee. Li troviamo già in questa epoca designati feudatari dell’antico comune rurale di Mortegliano/UD. 

Nel nord Italia si consolida contemporaneamente, in epoca rinascimentale, l’altro prestigioso ramo dei Tirelli che costruisce le proprie fortune e ricchezze in quel di Desenzano, sul lago di Garda. Nel 500 i Tirelli, che facevano già parte del Patriziato Lombardo, sul finire dello stesso secolo passarono, con Giambattista, al servizio di Ferrante II° duca di Guastalla ed un secolo dopo, con Giulio nato nel 1643, venivano creati Marchesi da Francesco Farnese duca di Parma e Piacenza. I Tirelli si ricoprirono d’importanti cariche in campo militare, politico ed ecclesiastico (un Francesco, monsignore nel 1746 fu abate rettore della cattedrale in Guastalla). Il ramo gentilizio si trasferì definitivamente da Guastalla a Parma nel 1800.

Il ramo napoletano e quello emiliano/lombardo rimasero sempre profondamente legati ed interconnessi, per via della profonda lealtà nei confronti della famiglia Farnese, con cui erano imparentati.

La famiglia Tirelli trae le sue origini da Desenzano di Brescia dove nel Cinquecento figurava tra le Nobili Famiglie della città. Sul finire del secolo, D. Ferrante II, Duca di Guastalla invitò Giambattista Tirelli nella sua residenza con promesse di cittadinanza e privilegi. Un secolo dopo, il 27 gennaio 1696, Giulio Tirelli e i suoi legittimi discendenti venivano creati marchesi da Francesco Farnese, Duca di Parma Piacenza e Castro per i servizi resi alla Corte ed al pubblico bene. Nell’anno 1800 Francesco Tirelli, in occasione delle nozze con la marchesa Barbara Malaspina di Olivola, si trasferì a Parma, ove nel 1816 coprì la carica di Ciambellano di Corte di Maria Luigia Duchessa di Parma e nel 1825 divenne Consigliere di Stato onorario, mentre la moglie fu Dama di Corte. Nel 2015, di questa famiglia, risultano viventi solo il marchese Angelo, sua figlia e sua nipote Francesca, figlia del Marchese Alessandro deceduto nel 2006. Alessandro è uno dei nomi più ricorrenti nella famiglia Tirelli, l’altro superstite è Alexandro Maria Tirelli, figlio di Michele, conte di Casole, facente parte del ramo originario e più antico.

Per ciò che attiene il ramo più antico, la famiglia Tirelli, già Casole, risulta infatti iscritta all’’Elenco Regionale Napolitano e registrata altresì nell’albo d’oro della Nobiltà Italiana e spetta il titolo di nobile patrizio di Cosenza (m.) ai maschi discendenti per linea maschile dal cavaliere Orazio Maria Tirelli; nonché il titolo di Conte di Casole e Marchese di Villanueva del Fresno (questo titolo è tutt’oggi riconosciuto formalmente dal Regno di Spagna). Spetta il titolo di nobile (pers.) alle femmine della stessa discendenza.

Lorenzo Tirello Casole nel 1647 fu capitano di compagnia e ammiraglio reale.
Ludovico, fratello del citato Lorenzo fu canonico della cattedrale di Cosenza e nominato arcivescovo.
Bernardino, fratello del citato Lorenzo sposò la nobildonna Dianora Arnone con la quale diedero alla luce Orazio, quest’ultimo sposato con donna appartenente alla nobile famiglia Amantea ebbero: Antonio (celibe), Francesco (canonico della cattedrale di Cosenza) e Carmine (morto nel 1762) il quale fu avvocato dei poveri nella Regia Udienza e successivamente nominato da re Carlo di Borbone uditore del tribunale e avvocato fiscale; sposò donna appartenente alla nobile famiglia Bombini e loro figlio fu Orazio.

Tirello figlio del citato Filippo, fu sposato con donna del nobile casato dei Carolei, usò il nome Tirello come cognome per primo.
Bernardino, nel 1524 fece sposare sua nipote Laura con Alfonso Russo.
Tescio, figlio di Bernardino, si unì in matrimonio con Bernardina di Donato.
Angelo si distinse per le imprese militari e fu colonnello della città di Lucca.
Nicolò fu sindaco dei nobili di Cosenza nel 1473.
Aloise Casole nel 1498 fu deputato all’Esazione degli Spagnoli e creato Marchese di Villanueva del Fresno, titolo che si trasmette sino ad oggi.

Quando a Garibaldi fu concesso di guidare la Spedizione, la condizione posta al conte Giovanni Battista era che i volontari garibaldini non fossero militari del Regio Esercito Borbonico, pertanto Garibaldi non poté reclutare nobili legati alle casate regnanti europee confluiti nel 46º reggimento dall’ex commilitone garibaldino colonnello Sacchi, né dal 45º reggimento come avrebbe desiderato, ad eccezione di cinque ufficiali che si unirono ai Mille, tra i quali il non più giovane nobile Giovani Battista Tirelli.

Il numero dei “Mille”:

L’elenco con ruolo definitivo fu pubblicato in Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia del 12 novembre 1878, revisione del precedente elenco dei Mille di Marsala, di Giuseppe Garibaldi pubblicato dal Ministero della Guerra nel bollettino n. 21 (Anno 1864), per concedere le relative pensioni “di guerra” ai volontari, aventi diritto ai sensi della legge 22 gennaio 1865, n.2119[2],[3].

Sulla base della documentazione disponibile gli storici hanno stimato il numero dei volontari partiti il 5 maggio 1860 da Genova in circa 1.150, dei quali 1.089 sarebbero sbarcati a Marsala, in quanto una sessantina erano stati destinati alla diversione dello Zambianchi, alcuni avevano lasciato la spedizione per contrasti politici e 4 o 5 si erano aggregati a Porto Santo Stefano nascondendosi nelle stive. A Porto Santo Stefano furono respinti molti militari che avrebbero voluto unirsi alla spedizione.

Mi fa una certa impressione che un mio ascendente diretto abbia partecipato, ormai non giovane, a un impresa bellica che è stata di primaria importanza nella costruzione dell'odierno Stato Italiano. In casa conservo la sciabola del re Carlo Alberto di Savoia, poi regalata da Vittorio Emanuele alla nostra famiglia in un'epoca in cui Torino stava cercando di guadagnarsi le simpatie della nobiltà italiana non sabauda. La storia d'italia è stata travagliata e difficile, bisogna pensare alla valorizzazione dell'unità nazionale, al superamento della questione meridionale ed alla collocazione dell'Italia tra le forze importanti del Mediterraneo e dell'Europa.

Un’approfondimento storico molto interessante meritano le origine bretoni della famiglia Tirelli:

Il primo giunto sul territorio italico, tale Tirello, postosi al servizio della regina Giovanna D’Angio Durazzo, translitterò il proprio nome dal franco germanico Tirel o Tyrel in Tirello appunto, poi trasformatosi in Tirelli, al plurale, cognome identificativo del gruppo familiare; in un epoca, quella medioevale appunto, dove il fenomeno della comparsa dei cognomi stava prendendo piede, unicamente tra le famiglie nobili.

Il primo importante e conosciuto capostipite di Tirello fu Gautier Tirel o Tyrell (in inglese: Walter Tirel ) († tra il 1100 e il 1130 compreso), signore di Poix ( Piccardia ): egli era un aristocratico e cortigiano franco e anglo-normanno. Ha fatto la storia per essere sospettato di essere l’assassino accidentale di re Guglielmo il Rosso d’Inghilterra.

Gaultier II È il figlio di Gautier I st Tirel , signore di Poix e Lord Langham. È signore di Poix e signore di Pontoise nello strategico Vexin francese , che funge da cuscinetto tra il dominio del duca di Normandia e quello del re di Francia . È vassallo del conte di Pontoise e di Amiens . Ha sposato Adelise, figlia di Richard de Bienfaite , della potentissima famiglia di Clare .

Gautier è un amico e conosce Guillaume le Roux. Giovedi 2 agosto 1100, ha preso parte a una festa di caccia al cervo nella New Forest (contea dell’Hampshire in Inghilterra) con il re e altri compagni quando, alla fine del pomeriggio, Guillaume le Roux è stato ucciso da una freccia vagante, che si dice sia stata licenziato da Tirel.

Certamente è fuggito immediatamente dalla scena, temendo che sarebbe stato fatto a pezzi, la voce che fosse l’assassino si stava gonfiando. Alcuni storici hanno visto qui l’indizio dell’esistenza di un complotto che sarebbe stato fomentato da Chiara e Henri , il fratello del re. Margaret Murray , un’antropologa britannica, considerava persino la stregoneria e il sacrificio rituale la causa della morte di William le Roux.

È vero che Henri è presente a questa festa di caccia. Ne approfittò per impadronirsi del trono e due giorni dopo fu incoronato frettolosamente nell’Abbazia di Westminster . Le circostanze gli sono favorevoli, ma probabilmente fortuite. È stato affermato che Henri era disperato e che questa era la sua ultima opportunità di conquistare il trono, poiché suo fratello maggiore Robert Courteheuse era andato alla prima crociata dal 1096 ei due fratelli maggiori si erano nominati eredi. ”

Uno dei altri nel 1091, durante il Trattato di Caen . In effetti, i termini di questo trattato erano stati da tempo violati e il trattato ripudiato da Courteheuse nel Natale del 1093. In effetti, il momento della morte di suo fratello non era particolarmente vantaggioso. Se la morte fosse avvenuta nei quattro anni precedenti, Henry avrebbe avuto tutto il tempo per consolidare il suo potere e la sua amministrazione in Inghilterra , e quindi annettere la Normandia . Invece, deve immediatamente affrontare l’opposizione dei baroni nel suo regno e un’invasione di Courteheuse che è tornata dalla crociata.

Guillaume le Roux non è il primo a morire nella New Forest. Già intorno al 1070, suo fratello maggiore Richard era morto in questa foresta, e nel maggio precedente, suo nipote Richard, bastardo di Courteheuse, aveva subito una morte stranamente simile lì.

Gautier si rifugia in una delle sue fortezze in Francia, temendo rappresaglie. Negherà sempre energicamente di aver ucciso volontariamente il re, e lo ripeterà più volte sotto giuramento all'abate Suger di Saint-Denis , ministro principale di Luigi VI di Francia . Suger riferisce che Tirel giurò spesso sotto giuramento che al momento della morte del re non si trovava nella stessa area della foresta del re.

Come sottolinea l'abate, Tirel era al sicuro in Francia quando prese questi giuramenti, libero da ogni rappresaglia e da ogni speranza, e non aveva motivo di assassinare il re.

Gautier Tirel non subisce alcuna punizione e non trae alcun beneficio da questo incidente. Non ci furono indagini, perché era ovvio a tutti i suoi contemporanei che si trattava di un incidente e non di un atto deliberato. Questo è il motivo per cui il suo piccolo possesso inglese non viene sequestrato.

Guillaume le Roux era un sovrano con una reputazione di anticlericale e la sua morte fu interpretata dai cronisti del Medioevo come una punizione divina per punire un re malvagio e feroce. Ma uccidere un re, anche accidentalmente, è una cosa molto difficile da sopportare.

Gautier Tirel è il fondatore dell’abbazia di Saint-Pierre de Sélincourt e del priorato di Saint-Denis de Poix . Probabilmente morì prima del 1130, quando sua moglie fu registrata come proprietaria di Langham. La sua terra a Pitch e in Inghilterra passò a suo figlio ed erede Hugues. Questo vende Langham a Henri de Cornhill per partire per la seconda crociata nel 1147. Orderic Vital menziona che Gautier Tirel fece il pellegrinaggio a Gerusalemme e vi morì molto più tardi.

Meno noto il padre, il primo Tirelli passato alle cronache della storia, Gautier Tirel primo fu signore di Poix e di Bussy-lès-Poix , Croixrault , Équennes , Famechon , Frémontiers e Moyencourt . Fu un vassallo del conte di Amiens , stabilito ai margini della sua contea. Prima del 1066, Tirel stabilì legami con il Ducato di Normandia . Nel 1040 costruì la fortezza di Famechon e i castelli di Poix e Moyencourt.

Il suo nome ( Walter Tirel ) è inciso nella lista delle Guglielmo il Conquistatore compagni nella chiesa di Dives-sur-Mer (fondato nel xviii ° secolo), ma non v’è alcuna prova che ha partecipato alla famosa battaglia di Hastings .

Sposò Alix de Frémontiers, nata intorno al 1030, dalla quale ebbe due figli:

Gautier II Tirel , amico molto intimo del secondo re normanno d’Inghilterra, Guillaume le Roux , e del suo presunto assassino, il 2 agosto 1100 ;
Osmont Tirel, Lord of Frémontiers, marito di Havoise de Conty

I discendenti inglesi trasformarono e consolidarono il proprio cognome in Tyrrell, Quelli italiani in Tirelli.